domingo, 25 de maio de 2014

Mais informações da Meriam Ibrahim.

Ré confessa?

Meriam Ibrahim foi condenada à morte por ser cristã no Sudão, onde impera a lei islâmica

25 de maio de 2014 | 3h 10

Paulo Nogueira - O Estado de S. Paulo
Meriam Ibrahim, uma sudanesa de 27 anos, foi condenada à forca por um tribunal de Cartum. O crime? Adultério e apostasia, ou seja, renúncia à sua fé. Ela é filha de pai muçulmano e mãe cristã ortodoxa. Quando tinha 5 anos, o pai sumiu e Meriam foi criada como cristã. Adulta, casou com um cristão - daí o adultério. Sim, você leu bem.
A sudanesa é mãe de um menino de 2 anos e está grávida de 8 meses. - Whattalking.com
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A sudanesa é mãe de um menino de 2 anos e está grávida de 8 meses.
Mas tem mais. Como a ré está grávida de oito meses, o juiz bancou o Salomão: Meriam dará à luz, e depois será executada. Pouco antes da forca, receberá cem chibatadas.
A sharia, a lei islamita que rege a jurisprudência nas teocracias maometanas, foi introduzida no Sudão em 1983. No ano passado, a Anistia Internacional denunciou que duas sudanesas de 23 anos foram condenadas a morrer lapidadas por adultério. Independentemente da fé dos cidadãos, os atos considerados "indecentes" ou "imorais" podem implicar flagelação ou amputações.
Na semana passada, enquanto universitários se manifestavam em Cartum contra a condenação de Meriam, conservadores celebravam a sentença: "Alá é grande" - e recordavam que a ré foi denunciada pelo próprio irmão. O advogado de Meriam entrou com recurso, confiando nas discrepâncias entre a sharia e a Constituição sudanesa.

quinta-feira, 15 de maio de 2014

Mais perseguição anti-cristã

15/05/2014 

Sudan, cristiana incinta condannata a morte per apostasia

 
 
Una donna sudanese
(©Reuters)
(©REUTERS) UNA DONNA SUDANESE

Meriam Yeilah Ibrahim, un medico di 27 anni, ha già un figlio di venti mesi che si trova con lei in carcere. Per lei stabilite anche 100 frustate. Lanciati appelli per salvarla

DOMENICO AGASSO JRTORINO

Condannata all’impiccagione per avere rinnegato la fede musulmana. In Sudan, un giudice ha deciso di mandare a morte per apostasia una donna cristiana incinta all'ottavo mese. Meriam Yeilah Ibrahim, medico di 27 anni, ha già un figlio di venti mesi che si trova con lei in carcere. Il magistrato di un tribunale di Khartum ha stabilito che la donna ha abbandonato la sua fede, in quanto il padre era musulmano, e l'ha anche condannata a cento frustate per adulterio perché sposata con un cristiano in un matrimonio che non è considerato valido dalla “sharia”.

Il giudice le aveva chiesto di rinunciare alla sua fede: «Ti abbiamo dato tre giorni di tempo per rinunciare, ma insisti nel non voler ritornare all'Islam. Ti condanno a morte per impiccagione», ha detto il giudice Abbas Mohammed Al-Khalifa rivolgendosi alla donna con il suo nome musulmano, Adraf Al-Hadi Mohammed Abdullah. La giovane ha reagito senza tradire l'emozione quando la sentenza è stata letta. Poco prima, un imam era entrato nella gabbia degli imputati e le aveva parlato per circa 30 minuti. Al termine, si è rivolta al giudice e con calma ha detto: «Sono cristiana e mai ho commesso apostasia».

Secondo quanto ricostruito da un gruppo a tutela dei diritti umani, Christian Solidarity Worldwide, la donna è nata da padre sudanese musulmano e da madre etiope ortodossa. Abbandonata dal padre quando aveva 6 anni, Meriam è stata cresciuta nella fede cristiana. Ma poiché il padre è musulmano, è considerata tale dal diritto sudanese, il che rende nullo il matrimonio con chi non è musulmano. Secondo il portavoce del gruppo, Kiri Kankhwende, nei casi analoghi di donne incinte, il governo sudanese ha atteso il parto prima di eseguire la sentenza capitale.

Amnesty International ha definito «ripugnante» che una donna possa essere condannata a morte per la sua fede religiosa, o frustata perché sposata con un uomo di religione diversa. È un fatto «agghiacciante e orrendo», ha dichiarato Manar Idriss, ricercatore sul Sudan di Amnesty International, «l'adulterio e l'apostasia non dovrebbero essere considerati reati. Siamo in presenza di una flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani». La Ong per i diritti umani considera Meriam una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede e identità religiosa. «Chiediamo il suo rilascio immediato e incondizionato», ha sottolineato Idriss.

A difesa di Meriam, in attesa della sentenza, erano già scese in campo alcune ambasciate occidentali a Khartum. «Chiediamo al governo del Sudan», si legge in un comunicato diffuso dalle rappresentanze di Usa, Gran Bretagna, Canada e Olanda, «di rispettare il diritto di libertà di religione, compreso il diritto di ciascuno di cambiare la propria fede o le proprie credenze, un diritto che è sancito dal Diritto internazionale e dalla stessa Costituzione “ad interim” sudanese del 2005».

sábado, 10 de maio de 2014

Diminuição dos católicos hispânicos nos EUA.

8/05/2014 

Usa, la fuga degli ispanici dalla Chiesa

 
 
Lo storico santuario di Chimayo
(©lapresse)
(©LAPRESSE) LO STORICO SANTUARIO DI CHIMAYO

Sono i risultati di una ricerca condotta dal Pew Reasearch Center. Nel 2010 erano cattolici il 67% dei “latinos”, nel 2013 la percentuale è scesa al 55%

MARCO TOSATTIROMA


Il Pew Reasearch Center, un ente americano specializzato nello studio dei fenomeni legati alla religione, ha presentato i risultati di una ricerca secondo cui gli ispanici stanno abbandonando la Chiesa cattolica a un ritmo molto elevato. Se oggi il 55 per cento dei circa trentacinque milioni di ispanici adulti negli USA si identificano come cattolici, nel 2010 la percentuale era molto più alta: allora erano il 67 per cento. E dal momento che il sondaggio dimostra che la tendenza all’abbandono è più pronunciata fra i giovani, il trend potrebbe non  solo confermarsi, nell’immediato futuro, ma rafforzarsi.

Secondo il Pew Research Center nel suo 2013 National Survey of Latinos and Religion  la maggioranza  (55%)  dei 35milioni e 400 mila “latinos”, e cioè 19 milioni e 600mila di essi si identificano come cattolici. Circa il 22 per cento sono protestanti, e fra questi un 16 per cento che si definiscono evangelici, o “born again”. Il 18 per cento degli adulti ispanici non rivendicano nessuna affiliazione religiosa.

Come abbiamo visto, c’è un calo del 12 per cento in soli quattro anni nell’adesione alla Chiesa cattolica. Gli specialisti fanno osservare che in parte questo fenomeno può essere collegato, e riflettere, quanto sta accadendo in America Latina, dove le Chiese evangeliche stanno guadagnando aderenti a scapito della Chiesa cattolica, e in cui la non affiliazione a una religione specifica sta lentamente crescendo in Paesi a forte tradizione cattolica. Ma c’è anche un volto specificamente statunitense per questo fenomeno; il cattolicesimo ha subito, e subisce perdite di adesioni per il passaggio di molti suoi ex fedeli ad altre confessioni, o a nessuna. Una tendenza, quest’ultima, ben presente anche in altre fedi.

I “latinos” che lasciano la Chiesa di Roma vanno principalmente in due direzioni. Una parte di essi sono diventati evangelici, o “born again”, un gruppo che mostra livelli di impegno religioso molto alti. Nella media, gli ispanici evangelici, molti dei quali si identificano anche come pentecostali o carismatici, non solo vanno in chiesa più di frequente dei “latinos” cattolici, ma tendono anche a impegnarsi di più in attività religiose di altro genere, fra cui la lettura della Scrittura, gruppi di studio biblici e testimonianza di fede pubblica.

Quando è stato chiesto ai protagonisti dell’inchiesta perché avessero lasciato la Chiesa, la maggioranza (il 55 per cento) ha risposto che semplicemente “si erano allontanati”, mentre il 52 per cento ha detto che avevano smesso di credere negli insegnamenti della Chiesa. Un numero molto grande ha risposto però di aver trovato un’altra comunità religiosa che rispondeva in modo più adeguato ai loro bisogni.

Negli USA il 33 per cento dei cattolici sono ispanici; una crescita dovuta all’immigrazione, oltre che al progressivo svuotamento di bacini di fedeli “tradizionali”, quali le comunità irlandese e italiana. Questo riequilibrio della situazione all’interno della Chiesa continua, dovuto in larga parte all’immigrazione. Ma se nello stesso modo continua la perdita di consenso da parte della Chiesa cattolica, il Pew Research Center commenta che “potrà venire il giorno in cui la maggioranza dei cattolici sarà ispanica, anche se la maggioranza degli ispanici non sarà più cattolica”.

Un’altra osservazione riguarda la polarizzazione, fra i “latinos”: le cifre e le tendenze dell’abbandono dimostrano che fra i 5000 ispanici presi in esame dal Pew  una maggioranza, in via di riduzione, tiene una “via media” – quella della religione cattolica ereditata dalla tradizione – mentre due ali, gli evangelici e i non affiliati, atei o agnostici si collocano agli estremi del panorama.

domingo, 4 de maio de 2014

Por que essas notícias não estão nas manchetes? A Nigéria virou um inferno muçulmano.

Menina sequestrada na Nigéria diz que reféns sofrem até 15 estupros diários

Em Johanesburgo
Uma das meninas sequestradas na Nigéria, supostamente pelo grupo islâmico radical Boko Haram, que conseguiu escapar denunciou que as reféns mais jovens são vítimas de até 15 estupros por dia, segundo o portal local "The trent".
Arte UOL
A menor, uma das dezenas de meninas que foram raptadas em 14 de abril em uma escola de Chibok, no nordeste da Nigéria, afirmou que devido a sua virgindade ela foi entregue como esposa a um dos líderes da seita.
Segundo seu depoimento, os sequestradores obrigaram as meninas a se converterem ao islamismo e ameaçavam degolá-las se negassem fazer sexo ou não seguissem suas instruções.

Após serem sequestradas no colégio, as crianças (dezenas das quais seguem em cativeiro) foram levadas a um campo da milícia fundamentalista na floresta de Sambisa, no estado de Borno, no norte do país e base espiritual e de operações do grupo.

De acordo com organizações de direitos humanos, as menores foram obrigadas a se casar e, em alguns casos, os sequestradores as venderam como esposas por duas mil nairas cada uma (pouco menos de R$ 30).

Entidades como a ONU e personalidades como o prêmio Nobel de Literatura nigeriano Wole Soyinka pediram a libertação das meninas, assim como campanhas pela internet e manifestações em cidades de todo o mundo.

Um grupo de mães das reféns protestou recentemente em frente à Assembleia Nacional da Nigéria para denunciar a falta de informação por parte do governo sobre o caso e exigir mais esforços para o resgate.

O número de menores sequestradas não foi esclarecido. Em um primeiro contato, a polícia informou que 200 meninas tinham sido raptadas, mas depois o exército diminuiu este número para 129. Já os pais das crianças afirmam que 234 estudantes foram feitas reféns.

Além disso, existe confusão sobre o número de meninas libertadas até o momento.

As autoridades suspeitam que o sequestro foi praticado pelo Boko Haram, nome que em língua local significa "a educação não islâmica é pecado".

A milícia radical luta para instaurar a lei islâmica (sharia) no norte da Nigéria, de maioria muçulmana, enquanto o sul do país é predominantemente cristão.

Desde que a polícia matou em 2009 o líder do Boko Haram, Mohamed Yusuf, os radicais mantém uma sangrenta campanha que já deixou mais de três mil mortos.

Com 170 milhões de habitantes distribuídos em mais de 200 grupos tribais, a Nigéria, o país mais populoso da África, sofre múltiplas tensões por suas profundas diferenças políticas, religiosas e territoriais.

sábado, 3 de maio de 2014

Mais "ecumenismo" com muçulmanos. Crucificação de cristãos na Síria.

18/4/2014 às 18h36

Cristãos são crucificados por radicais na Síria, afirma freira

Rádio Vaticano divulgou entrevista no dia em que relembra a morte de Jesus Cristo
AFP
Homem carrega menina após ataque das tropas leais a Assad a bairro de Aleppo18.04.2014/STR/Reuters
Cristãos que se recusaram a professar a fé muçulmana ou pagar resgate foram crucificados por jihadistas nesta sexta-feira (18) na Síria, denunciou uma freira síria à Rádio Vaticano.
De acordo com a irmã Raghid, ex-diretora da escola do patriarcado grego-católico de Damasco, e que agora vive na França, "em cidades ou vilas ocupadas por elementos armados, os jihadistas e todos os grupos extremistas muçulmanos oferecem aos cristãos a shahada (a fé muçulmana) ou a morte. Em alguns casos pediram resgate".
— Por ser impossível renunciar à sua fé, sofreram o martírio. E o martírio de uma maneira extremamente desumana, de extrema violência. Em Maalula, por exemplo, crucificaram dois jovens porque eles recusaram a shahada.
Segundo a freira, em outra ocasião, "um jovem foi crucificado em frente a seu pai, que foi morto em seguida".
— Isso aconteceu em Abra, na zona industrial na periferia de Damasco.
De acordo com ela, depois dos massacres, os jihadistas "pegaram as cabeças das vítimas e jogaram futebol com elas", e ainda levaram os bebês das mulheres e "os penduraram em árvores com os seus cordões umbilicais".
A Rádio Vaticano publicou esta entrevista nesta Sexta-feira Santa, dia que a Igreja lembra a crucificação de Cristo em Jerusalém.
Enquanto a guerra civil cria espaço para massacres cometidos por todas as partes, a minoria cristã se posciona a favor do regime de Bashar al Assad , temendo justamente os islâmicos.

Crucificação de cristãos na Síria. Nem o Papa Francisco consegue justificar o ecumenismo com os muçulmanos assassinos.

2/05/2014 

Francesco: «Ho pianto alla notizia di cristiani crocifissi»

 
 
Cristiani perseguitati
(©acs)
(©ACS) CRISTIANI PERSEGUITATI

Francesco a Santa Marta: «Anche oggi c’è gente che, in nome di Dio, uccide, perseguita», e «in alcuni Paesi, soltanto per portare il Vangelo, vai in carcere»

DOMENICO AGASSO JRCITTÀ DEL VATICANO
Anche e ancora oggi c’è chi uccide «in nome di Dio». Ci sono tanti, troppi, «padroni delle coscienze». In alcuni paesi si va in prigione solo se si porta un Vangelo o una croce. Lo ha affermato - e denunciato - papa Francesco nell’omelia della Messa presieduta questa mattina a Casa Santa Marta, riportata da Radio Vaticana. Il Pontefice ha confidato di avere pianto alla notizia della crocifissione di alcuni cristiani.


Al centro della predica di Papa Bergoglio il brano del Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e la Lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui i discepoli di Gesù vengono fatti flagellare dal Sinedrio. Francesco ha riflettuto proponendo tre icone.


La prima: lamore di Gesù per le persone. Dio, ha messo in evidenza il Papa, non si preoccupa di quanti lo seguono, non Gli «passa per la testa, per esempio, di fare un censimento» per sapere se «è cresciuta la Chiesa… no! Lui parla, predica, ama, accompagna, fa la strada con la gente, mite e umile». E parla con l’autorevolezza che deriva dalla «forza dellamore».


Il secondo concetto è la «gelosia» delle autorità religiose dell’epoca di Cristo: «Non tolleravano che la gente andasse dietro a Gesù! Non tolleravano! Avevano gelosia. È un brutto atteggiamento, questo. E dalla gelosia allinvidia, e noi sappiamo che il padre dellinvidia» è «il demonio», per la cui invidia «è entrato il male nel mondo». «Questa gente – ha osservato Francesco - sapeva bene chi era Gesù: lo sapeva! Questa gente era la stessa che aveva pagato la guardia per dire che gli apostoli avevano rubato il corpo di Gesù!».


«Avevano pagato per silenziare la verità - ha messo in evidenza Francesco - Ma, la gente è cattiva, davvero! Perché quando si paga per nascondere la verità, siamo in una cattiveria molto grande. E per questo la gente sapeva chi erano questi. Non li seguivano, tolleravano perché avevano lautorità: lautorità del culto, lautorità della disciplina ecclesiastica a quel tempo, lautorità sul popolo… e la gente seguiva. Gesù dice di loro che legavano pesi opprimenti sui fedeli e li facevano caricare sulle spalle della gente. Questa gente non tollera la mitezza di Gesù, non tollera la mitezza del Vangelo, non tollera lamore. E paga per invidia, per odio».


Durante la riunione del Sinedrio, ha proseguito il Papa, c’è un «uomo saggio», Gamaliele, che esorta i leader religiosi a liberare gli apostoli. Ma le autorità religiose del tempo, «con le loro manovre politiche, con le loro manovre ecclesiastiche per continuare a dominare il popolo… E così, fanno venire gli apostoli, dopo che parla questo uomo saggio, richiamarono gli apostoli e li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. “Ma, qualcosa dobbiamo fare: daremo loro una bella bastonata e poi a casa!”. Ingiusta, ma lhanno fatto. Loro erano i padroni delle coscienze, e si sentivano con il potere di farlo. Padroni delle coscienze… Anche oggi, nel mondo, ci sono tanti”.


Il Papa ha poi rivelato di avere «pianto quando ho visto sui media» la notizia di «cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano. Anche oggi – ha sottolineato - c’è questa gente che, in nome di Dio, uccide, perseguita. E anche oggi» si possono notare tanti che, «come gli apostoli», sono «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù».
Ecco che questa «è la terza icona di oggi. La gioia della testimonianza».


«Prima icona - ha ricapitolato Francesco - Gesù con la gente, lamore, la strada che Lui ci ha insegnato, sulla quale dobbiamo andare. Seconda icona: lipocrisia di questi dirigenti religiosi del popolo, che avevano imprigionato il popolo con questi tanti comandamenti, con questa legalità fredda, dura, e che hanno anche pagato per nascondere la verità. Terza icona: la gioia dei martiri cristiani, la gioia di tanti fratelli e sorelle nostre che nella storia hanno sentito questa gioia, questa letizia di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù». E anche nel XXI secolo «ce ne sono tanti! Pensate che in alcuni Paesi, soltanto per portare il Vangelo, vai in carcere. Tu non puoi portare una croce: ti faranno pagare la multa. Ma il cuore è lieto. Le tre icone - ha concluso - guardiamole, oggi. È parte della nostra storia del salvezza».

quinta-feira, 1 de maio de 2014

Milagre, ecumênico de verdade, do São Padre Pio.

30 ABRIL, 2014 do site fratres in unun

O incrível milagre de Padre Pio que levou à conversão uma paróquia ortodoxa inteira.

Por intercessão de Padre Pio a mãe de um sacerdote ortodoxo da Romênia ficou curada de um câncer terminal. Depois deste milagre toda a paróquia se converteu ao catolicismo. A obra do santo de Pietrelcina mudou tanto as suas vidas que apesar das dificuldades construíram uma Igreja dedicada ao santo e um hospital para os doentes em fase terminal.
O Padre Pio continua intercedendo por todo o mundo e, lá do Céu, continua fazendo milagres de todo o tipo. Existem inúmeros testemunhos conhecidos sobre o santo de Pietrelcina por todo o mundo, alguns deles recolhidos no livro“Padre Pio”, de José Maria Zavala.
No entanto, no caso da família Tudor não proporcionou apenas um milagre físico, mas uma conversão de centenas de pessoas ao catolicismo e o sonho de fazer uma pequena San Giovanni Rotondo no interior da Romênia, um país com um arraigado passado comunista e de maioria ortodoxa.
VICTOR, UM SACERDOTE ORTODOXO
Victor Tudor era um sacerdote ortodoxo romeno que não conhecia o Padre Pio e que depois da cura milagrosa de sua mãe que tinha uma doença incurável passou, junto com toda a paróquia, à Igreja Católica. Mas, além disso, decidiu ir além e conseguiu construir, apesar de mil dificuldades, uma Igreja dedicada ao santo capuchinho, bem como um hospital para os doentes em fase terminal.
Esta história teve início em 2002 quando diagnosticaram em Lucrécia, mãe de Victor, um câncer no Pulmão. Os médicos disseram que não era operável, pois havia metástase, por isso, deram a ela apenas alguns meses de vida.
A VIAGEM DE LUCRÉCIA À ITÁLIA
Diante desta situação, o padre Victor contatou seu irmão Mariano, pintor especializado em iconografia e que vivia em Roma. Com isto, esperava que pudesse conhecer algum médico que tratasse de sua mãe na Itália. Finalmente, pôde chegar a contatar-se com um dos melhores médicos do mundo em sua especialidade e este lhe disse que estudaria o caso se sua mãe fosse a Roma.
Dito e feito. Lucrécia chegou enferma à Itália. O médico a viu e igualmente lhe falou que a operação era inútil e que só poderia intervir com alguns remédios para aliviar as terríveis dores.
A mãe ficou um tempo com seu filho em Roma para que assim pudesse fazer mais exames. Enquanto isso, Mariano trabalhava fazendo um mosaico numa Igreja e levava a sua mãe consigo. Enquanto ele trabalhava Lucrécia visitava o templo e via as imagens.
A DESCOBERTA DO PE. PIO
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Uma imagem lhe chamou muito a atenção. Estava situada num canto da Igreja. Era o Padre Pio. A mulher ficou impressionada e perguntou ao seu filho quem era. Este lhe contou brevemente sua história e durante os dias seguintes o filho percebeu que sua mãe estava constantemente sentada à frente da imagem do santo de Pietrelcina. Falava com a escultura como se estivesse falando com uma pessoa.
Assim, passaram os dias. Duas semanas depois, Lucrécia e seu filho Mariano correram ao hospital para realizar um exame. Mas, para a surpresa e espanto dos médicos e deles mesmos, o câncer terminal que sofria esta mulher Romena havia desaparecido completamente.
Esta mulher ortodoxa havia pedido a intercessão do Padre Pio e este respondeu. Este feito percorreu toda a família começando por seu filho Victor, sacerdote ortodoxo. “A cura milagrosa de minha mãe realizada pelo Padre Pio em favor de uma mulher ortodoxa me chamou a atenção”, reconhecia, então, este sacerdote romeno.
A COMOÇÃO NA PARÓQUIA
Este personagem até então desconhecido para ele o deixou fascinado. Começou a ler a vida do Padre Pio e algo nele começou a mudar. Contou sobre o milagre de sua mãe a seus paroquianos e todos ficaram admirados, pois a mãe de Victor era bem conhecida por eles. “Todos conheciam a minha mãe e sabiam que havia ido à Itália para tentar uma intervenção cirúrgica, e que logo voltou para casa curada, sem que nenhum médico a tivesse operado”.
Este milagre transformou não só a família Tudor, mas toda a comunidade ortodoxa. Conta o padre Victor que pouco a pouco a sua paróquia começou a conhecer e a amar o Padre Pio. “Líamos tudo aquilo que encontrávamos sobre ele e sua santidade nos conquistava”.
A CONVERSÃO AO CATOLICISMO
A coisa ia mais adiante e outros enfermos da paróquia também receberam graças extraordinárias do Padre Pio. Não obstante, começava a surgir um problema nesta comunidade, pois continuavam sendo ortodoxos e eram devotos de um santo católico contemporâneo.
Por causa de Padre Pio, o Padre Victor e sua paróquia com quase 350 pessoas decidiram se tornar católicos. Hoje pertencem ao rito greco-católico da Romênia. Suas vidas foram transformadas, mas, como o Padre Pio viveu numerosas dificuldades, eles também haviam de provar a sua nova fé.
Em uma recente entrevista em Padre Pio TV, Victor Tudor conta que tiveram “numerosas dificuldades” para ser católicos, pois a conversão neste país ortodoxo com um passado comunista era bastante complexa. Problemas com os políticos, a polícia etc..
UM NOVO TEMPLO NA ROMÊNIA
lucrecia-tudorNão desanimaram e apesar dos impasses decidiram ir, inclusive, mais adiante, construindo uma Igreja dedicada ao Padre Pio. O templo já está praticamente construído e isso foi outro milagre do santo capuchinho.
Os fiéis, em grande gesto de humildade, colaboraram na construção. Enquanto isso, celebravam as missas na rua, apesar da gélidas temperaturas do inverno. Tudo isso somado aos enormes obstáculos burocráticos. O padre Victor, desesperado acudia ao seu Bispo diante de tantos problemas e este sempre lhe respondia: “isto é de Deus e todas essas coisas se resolverão”. Assim, de repente um bispo pagou para eles o terreno da Igreja. Iam acontecendo feitos extraordinários, que pouco a pouco favoreciam a construção.
Apesar disso, o padre Victor recorreu a Roma junto ao seu irmão para pedir também ajuda para esta igreja. Ali se encontrou com outro bispo ao qual contou seus problemas. “Qual será o padroeiro da sua Igreja?”, lhe perguntou o prelado. Depois de responder que seria o Padre Pio, este bispo sorriu e lhe tranquilizou dizendo que “o Padre Pio lhe fará a Igreja sozinho”.
O HOSPITAL DEDICADO AO SANTO
Agora o templo já é uma realidade e para o padre Victor é outro milagre. “Senti que o Padre Pio ajudou a mim, a meus fiéis e em outros países e Igrejas. É um sinal de fé”, afirma.
Ainda assim, este sacerdote romeno não ficou tranquilo e seguindo os passos do santo e pedindo sua intercessão criou um “pequeno San Giovanni Rotondo”, na Romênia, depois de fundar um hospital que atenderá enfermos em fase terminal, gente sem recursos e idosos abandonados. As dificuldades são enormes e falta o dinheiro, mas Victor conta com a intercessão de Padre Pio. Até agora ele não falhou.
Tradução do Espanhol: Reparatoris